Le aziende sono sempre alla ricerca di nuove persone da inserire nel proprio team, al fine di aumentare il proprio valore come impresa.
Tra le “tecniche” messe in atto per attirare risorse valide ci sono l’employer branding, il marketing, i benefit aziendali, tutti elementi che permettono di evidenziare i privilegi che l’azienda può offrire ai propri dipendenti, rendendola così più di appeal agli occhi dei candidati.
Quello che è importante sottolineare, è che questa strategia di talent attraction non può essere uguale per tutte le aziende. Al contrario, per progettare una strategia vincente, ogni realtà dovrà fare emergere i propri punti di forza.
Quello che è
certo, è che gli imprenditori hanno compreso che dopo la pandemia, il lockdown,
il lavoro da remoto e il fenomeno delle grandi dimissioni, la vecchia
“architettura” aziendale non era più di interesse per i collaboratori.
Oggi, l’impegno delle HR si focalizza sulla ricerca di “talenti”, ovvero di persone “giuste” per l’azienda, che non sono valutate solo sulla base dell’esperienza tecnica, ma anche per i loro interessi, la loro capacità di lavorare in team e il loro grado di problem solving.
Oggi, le hard skill e le soft skill hanno pari importanza: infatti, oltre alle capacità professionali, i candidati vengono valutati anche in base al loro livello di “empatia”, che spesso si traduce nella capacità di sapersi adattare a nuovi spazi e modalità di lavoro, sapere interagire con realtà multiculturali e rendere l’ambiente di lavoro armonico e sereno.
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