La crisi economica del 2008/2012, l’avvento di nuove tecnologie come smartphone e poi la pandemia hanno rivoluzionato il mondo del lavoro. Il mondo del lavoro è sempre più veloce ed è sempre più difficile rimanere al passo.
Sempre più spesso si parla del diritto alla disconnessione dei lavoratori. Ma che cos’è e come funziona questo diritto, ed è riconosciuto in Italia?
Il diritto alla disconnessione per definizione è il diritto del lavoratore a essere irreperibile, a non essere soggetto alle richieste presentate in via telematica dal datore di lavoro al di fuori dell’orario massimo di lavoro. Si tratta del diritto a disconnettersi dall’ambiente lavorativo, senza subire ripercussioni sul salario o sul proseguimento del contratto in caso di mancata risposta.
Tutti noi abbiamo ricevuto delle email o telefonate fuori dall’orario di lavoro. Oggi la tecnologia ci ha resi reperibili 24 ore su 24, questo comporta un aumento del carico di lavoro e del relativo stress. Che può però più facilmente sfociare in burnout.
Il diritto alla non reperibilità al di fuori dall’orario lavorativo è una tematica a livello mondiale. Al momento ogni paese è andato in ordine sparso su questo argomento o ancora peggio non ha regolamentato questa problematica, lasciando alle aziende e ai dipendenti una sorta di autogestione.
In pratica non esiste una legge complessiva. E’ demandato alle singole aziende questo compito con le relative problematiche che ne possono scaturire.
Andiamo nello specifico. Nell’ordinamento italiano, questo diritto viene disciplinato per la prima volta nella legge 81 del 2017, che regola il lavoro agile e le sue tutele.
Il diritto alla disconnessione viene menzionato nell’articolo 19, in cui si afferma che il contratto di lavoro deve contenere “delle misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche del lavoro”.
Questo articolo indica che i tempi di disconnessione vengono decisi in sede contrattuale tra il dipendente e il datore di lavoro, ma non viene menzionata né stabilita una norma generale applicabile a tutti i lavoratori agili.
Inoltre si applica solo nel caso di smart working o lavoro agile e non è quindi un diritto universale di tutti i lavoratori.
Quello che manca è una chiara normativa che, per tutte le tipologie di lavoro, riesca a mediare tra interesse collettivo ed individuale e che naturalmente protegga i dipendenti facendo diventare il diritto alla disconnessione un diritto fondamentale di tutti i lavoratori.
Il mondo del lavoro è in perenne cambiamento, e negli ultimi mesi è mutato irreversibilmente, per questo il legislatore deve regolamentare al più presto il lavoro agile e in particolare il diritto alla non reperibilità dei lavoratori al di fuori dell’orario di lavoro.
Urge anche un atto legislativo omnicomprensivo che regoli in maniera inequivocabile tutte le forme di “nuovi lavori” nati in questo periodo storico molto complesso.
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