Come ridurre il turnover del personale

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28 febbraio 2021

 

Uno dei peggiori mali che può affliggere un’azienda è il continuo turnover di personale. Ci sono realtà dove le persone vanno e vengono quotidianamente, con dimissioni ed assunzioni a raffica. Ciò è fortemente destabilizzante per l’organizzazione aziendale, comporta elevati costi in termini di recruiting, di disbrigo delle pratiche di assunzione e licenziamento, di formazione, ecc. 

Inoltre crea un’immagine interna ed esterna poco rassicurante: le persone che “rimangono” devono continuamente confrontarsi con nuovi colleghi, riorganizzare il ciclo di lavoro finché la posizione divenuta vacante non viene ricoperta e tanto altro. 

Esternamente immaginiamo un cliente od un fornitore che deve rapportarsi continuamente con persone diverse, le quali, essendo nuove, non conoscono la storicità dell’azienda né tantomeno riescono ad instaurare un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione. 

Inoltre se l’azienda è di dimensioni medio-grandi o, al di là del numero degli occupati, ha sede in una piccola città, nel tempo troverà crescenti difficoltà a reperire nuovo personale, in quanto il passaparola sul turnover veicolerà l’informazione a tal punto che risulterà compromessa la credibilità dell’ambiente di lavoro.

Come evitare di perdere dipendenti formati

In primis sarà necessario comprendere la ragioni che generano la fuoriuscita delle persone: andrà compiuta un’attenta analisi della situazione, in modo da accertare se la responsabilità sia o meno di una singola persona o di un ristretto gruppo. Altra ipotesi è quella di rivedere l’intero processo di selezione delle candidature per assumere figure più adatte al contesto aziendale. 

Ulteriore punto da analizzare è costituito dalla motivazione dell’interruzione del rapporto di lavoro, ovvero se deriva da volontà dell’azienda o dei lavoratori. Fatto tutto ciò si avrà un quadro completo della situazione e si potrà correre ai ripari. 

Quali sono le principali cause del turnover dei dipendenti?

Il principale fattore scatenante del turnover è l’ambiente di lavoro, inteso come quel complesso di mezzi, luoghi, attività e persone con i quali ogni lavoratore si deve confrontare quotidianamente. Se dall’analisi delle motivazioni che generano il turnover dovesse emergere che esso è principalmente determinato dall’ambiente di lavoro, dovranno essere messi in campo i correttivi necessari per rendere la situazione più accettabile da parte dei lavoratori. 

Altro fattore può essere l’elemento retributivo, ma difficilmente questo aspetto è tale da generare una rotazione tanto ampia del personale; ovviamente a questo fattore si può porre rimedio, nei limiti delle possibilità economiche dell’azienda, creando un sistema premiante per le persone più meritevoli. Altri fattori sono l’assunzione di persone fuori ruolo, oppure la mancanza di un’adeguata formazione per svolgere una mansione; ancora, la scelta di personale non adatto a svolgere determinate mansioni, ecc.. 

E qui entra in campo la ricerca e selezione del personale, ovvero la capacità di scegliere le persone giuste per i ruoli da ricoprire, avendo come principale scopo la continuità nel ruolo delle persone assunte e la loro qualità. 

Quando un’azienda subisce un turnover elevato deve rivolgersi a dei professionisti del settore risorse umane i quali, dall’esterno e senza condizionamenti, saranno in grado di determinare le cause del problema e proporre le necessarie soluzioni.

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